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Nel mondo dell’arrampicata su roccia il grado tecnico di un tiro serve a riassumere l’impegno massimo richiesto, sia fisico che tecnico, dai diversi passaggi che ci si trova a dover affrontare.

In altre parole, il grado di difficoltà viene strettamente correlato alle capacità tecniche e motorie richieste all’alpinista/climber per compiere quel determinato percorso.

I gradi di difficoltà delle vie alpinistiche

Quando però parliamo del cosiddetto “ambiente”, tale tipo di classificazione, tuttavia, può risultare insufficiente a descrivere percorsi di carattere molto vario o di particolare complessità. Ne sono un esempio le vie di roccia in alta quota o quella di stampo prettamente alpinistico nelle quali si alternano tratti di arrampicata su roccia a tratti di arrampicata su neve o ghiaccio.

Insomma, il magico mondo del misto e delle lunghe vie alpinistiche.

I fattori che influenzano la difficoltà

Per portare a termine una “salita”, infatti, può non essere sufficiente “padroneggiare” il grado massimo previsto dall’arrampicata su roccia o avere una tecnica di arrampicata impeccabile.

Questo perché in un percorso di stampo alpinistico possono incidere sulla difficoltà della salita sia i pericoli oggettivi sia altri fattori legati alle conoscenze e alle doti dell’alpinista: dalla comprensione dell’ambiente, passando per l’allenamento fisico, atletico e mentale, arrivando anche all’abitudine alla fatica o all’isolamento e alla capacità di orientamento, ma anche molto altro.

Detto questo, ecco perché il mondo dell’alpinismo gode di una scala tutta sua, che è abile a fornire un riassunto della difficoltà complessiva di una salita, offrendo una valutazione d’insieme in cui il “grado tecnico” è solo una delle tante componenti.

La scala francese

Per portare l’esempio di una delle scale più diffuse, vi descriveremo quella più utilizzata dal mondo del C.A.I., di origine francese, che si esprime per sigle aventi il seguente significato:

  • F (facile – facile): nessuna difficoltà particolare, ma l’utilizzo di materiale d’alpinismo (casco, corda, ramponi, piccozza) può essere necessario;
  • PD (peu difficile – poco difficile): alcune difficoltà alpinistiche su roccia e/o neve; pendii di neve e ghiaccio fino a 35°-40°, passaggi di arrampicata elementare;
  • AD (assez difficile – abbastanza difficile): difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 40 e 50°, passi di arrampicata di III grado;
  • D (difficile – difficile): difficoltà alpinistiche più sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pendii di neve e ghiaccio tra 50° e 70°, arrampicata di grado 4c-5a-5b;
  • TD (trés difficile – molto difficile): difficoltà alpinistiche molto sostenute sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio tra 70° e 80°, arrampicata di grado 5c-6a;
  • ED: (extremement difficile – estremamente difficile) difficoltà alpinistiche estreme sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio fino a 90°, arrampicata di grado 6b-6c-7a;
  • ABO- (EX) (abominable – abominevole- exceptionnellement difficile – eccezionalmente difficile): difficoltà alpinistiche eccezionali sia su roccia che su ghiaccio; pareti di ghiaccio e roccia strapiombanti, arrampicata di grado 7b e superiore. Protezioni particolarmente precarie. A volte il grado “ABO” è riportato con la denominazione EX (eccezionalmente difficile);

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I gradi di difficoltà nell’escursionismo

Quanto fin qui detto riguarda il mondo del puro alpinismo, che si differenzia in tutto e per tutto dall’escursionismo. Infatti, quest’ultimo ambito ha delle sigle tutte sue, sempre utilizzate dal C.A.I.

  • T = Turistico: itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi alla portata di tutti che non presentano evidenti pericoli e/o difficoltà di orientamento. Non necessitano di allenamento particolare o equipaggiamento specifico. Si tratta in genere di escursioni con dislivelli e distanze di percorrenza molto contenuti e vengono percorsi a circa 300 m di dislivello ora;
  • E = Escursionisti: itinerari su sentieri o evidenti tracce in terreno di vario genere. Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono una sufficiente capacità di orientamento ed un allenamento alla camminata che consenta l’attività per qualche ora;
  • EE = Escursionisti Esperti: itinerari generalmente segnalati lungo i quali è possibile incontrare qualche difficoltà: il terreno può essere costituito da pendii scivolosi di erba, misti di rocce ed erba, pietraie, ghiaioni e lievi pendii innevati. Pur essendo percorsi che non necessitano di particolare attrezzatura, si possono presentare tratti attrezzati se pur poco impegnativi. Richiedono una discreta conoscenza dall’ambiente alpino, passo sicuro ed assenza di vertigini. La preparazione fisica deve essere adeguata a diverse ore di cammino abbastanza continuo;
  • EEA = Escursionisti Esperti con Attrezzatura: vengono indicati così i percorsi attrezzati (o vie ferrate) che richiedono l’uso dei dispositivi di autoassicurazione, come longe bifide con dissipatore, casco ed imbragatura;
  • EAI = Escursionismo in Ambiente Innevato: itinerari che si sviluppano su terreno innevato con percorsi evidenti e riconoscibili. Mai impervi. Le pendenze e le difficoltà di queste escursioni sono tali da garantire sicurezza di percorribilità. L’impegno fisico, rispetto alla stessa escursione percorsa in ambito estivo, è più elevato.

E ora… che abbiamo visto quali sono le due scale di classificazione della difficoltà in ambito alpinistico ed escursionistico, non ci resta che augurare buone gite a tutti!

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