“I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio”, così disse Leonardo da Vinci; allo stesso modo, nello sci, saper scegliere in maniera accurata dettagli come gli scarponi e gli attacchi, farà la differenza tra una sciata mediocre e una in cui il vostro corpo sarà una cosa sola con gli sci e proverete l’ebbrezza degli sci che scorrono sulla neve deformandola con la pressione delle lamine.
Gli attacchi
Quando si sceglie un attacco da sci bisogna tener presente sia l’importanza della sua funzione, ossia quella di potersi sganciare in caso di sollecitazioni troppo forti alle gambe dello sciatore, sia il suo funzionamento, tramite una molla regolabile nel carico.
L’attacco è composto da una talloniera e un puntale che si agganciano alle estremità degli scarponi e l’unità con cui si misura la regolazione dell’attacco si chiama DIN (1 DIN corrisponde a circa 11-12 Kg di forza necessaria affinché l’attacco si apra). Per questo motivo un attacco da bambino avrà un range di regolazione compreso tra 1 e 6 DIN, mentre un attacco turistico per sciatori intermedi arriverà fino a 10 e nel caso siano attacchi race sino a 12; oltre troviamo attacchi riservati ad atleti professionisti che possono arrivare fino a 20 DIN. La taratura prende in considerazione vari parametri quali l’altezza, il peso e il livello dello sciatore, oltre che della lunghezza della suola dello scarpone.
Gli attacchi di ultima generazione e di fascia medio-alta hanno varie componenti che permettono all’attacco di avere un comportamento attivo nella sciata; tramite dispositivi reattivi si cerca sempre più di restituire allo sci un comportamento dinamico che sfrutti l’effetto di rimbalzo, dopo che è stato caricato, per offrire una migliore transizione in curva.
Scegliere bene un attacco da sci farà sicuramente la differenza nel feeling dello sci e della risposta che dà, permettendovi di disegnare curve al limite con la massima confidenza.
Gli scarponi
Per quanto riguarda gli scarponi la questione si fa più complicata e delicata, perché sono l’unico vero contatto che uno sciatore ha con gli sci e quindi, come qualsiasi scarpa, va scelta pensando sia al comfort che alla calzata, non solamente per le grafiche e i colori accattivanti.
La struttura: gambetto e scafo
Gli scarponi sono composti da due parti principali:
- Gambetto;
- Scafo.
Il gambetto è l’elemento strutturale che unisce la gamba allo scarpone e, grazie alla sua possibilità di deformarsi, influenza la sciata risultando più o meno reattivo.
Lo scafo è l’altro elemento strutturale che compone lo scarpone: può avere un linguettone anteriore addizionale che mantiene la rigidità dello scarpone oppure essere uno scafo con lembi sovrapposti; generalmente questi due tipi di scarponi sono destinati ad usi diversi in relazione alla risposta che lo sciatore cerca.
Il flex
L’elasticità di uno scarpone si chiama Flex e generalmente viene espressa con un numero che la casa produttrice indica nel nome del modello; uno scarpone con Flex 60 risulterà morbido a differenza di uno race che avrà un Flex pari a 100 o superiore.
I materiali
Gli scarponi da sci sono realizzati in materiali plastici e di tre macro categorie principali: i Poliuretani, le Poliolefine e i Nylon (Pebax o Grilamid).
Generalmente il Poliuretano è utilizzato per scarponi di fascia alta, mentre le Poliolefine, più leggere, hanno un comportamento elastico meno efficace e sono utilizzate nella produzione di scarponi di gamma medio-bassa. Pebax e Grilamid sono nylon caratterizzati dalla leggerezza e, in genere, usati negli scarponi da scialpinismo.
Il ritorno elastico
Tutti i materiali elastici diventano più rigidi con l’abbassarsi della temperatura e ciò influisce sul variare di un altro fattore molto importante: il ritorno elastico.
Dopo aver ricevuto una sollecitazione durante una curva, infatti, lo scarpone deve essere anche in grado di tornare alla posizione neutra per consentirvi di affrontare al meglio la curva successiva.
Se il ritorno è troppo lento lo scarpone non sarà in grado di farvi affrontare la curva successiva e, al contrario, se il ritorno è troppo veloce vi restituirà l’energia che avete impiegato per deformarlo, con un conseguente contraccolpo che vi sbilancerà all’indietro.
La scarpetta
Un altro componente molto importante degli scarponi, che può influenzare drasticamente il comfort e le prestazioni degli stessi, è la scarpetta interna che ha il compito di alloggiare il piede. Le differenziamo fra tradizionali e termoformabili; queste ultime, durante il processo di termoformatura, vengono inserite in un macchinario apposito che le scalda e successivamente fatte raffreddare sul piede dello sciatore in modo da ricavarne il calco. Le scarpette di nuova generazione hanno proprietà automodellanti grazie ai materiali avanzati e la termoformatura viene effettuata da sciatori esperti o atleti.
In conclusione, viste e considerate le specifiche prese in considerazione, mi auguro che chi sta pensando all’acquisto del suo prossimo set di attrezzatura sciistica, possa avere a disposizione una guida pratica e veloce per ottenere la massima prestazione e godere appieno del tempo che verrà dedicato a questo meraviglioso sport.
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Thanks to: Clemente Roverselli