Gli imprevisti, durante una escursione in montagna, sono parte di essa. O meglio, è molto difficile che durante un’escursione non accadano eventi imprevisti, ma quello che dovremmo cercare di evitare è che essi si trasformino in vere e proprie emergenze.
Il concetto di prevenzione dovrebbe essere alla base di ogni nostra uscita in ambiente naturale. Pensare in anticipo ai problemi che potrebbero accadere, anche i più banali, può fare la differenza tra una serena giornata in montagna e un brutto ricordo per la vita.
Le cause degli imprevisti nel trekking
Semplificando il più possibile, proviamo ad elencare quali potrebbero essere le maggiori emergenze nelle quali potremmo incorrere:
- Condizioni atmosferiche avverse: le previsioni del tempo sono abbastanza affidabili già a partire dai tre giorni precedenti la nostra escursione. Il cattivo tempo, quello pesante che può portare guai seri, innesca una serie di “emergenze” riguardanti il freddo, la visibilità, la perdita di orientamento, i fulmini.
- Malore di un compagno: la stanchezza, un colpo di calore, intossicazioni da acqua o cibo, una malattia in arrivo, possono causare gravi problemi. Non è affatto inusuale dover ritardare fino al buio per problemi di questo tipo, con le conseguenze che possiamo immaginare.
- Incidente lungo il percorso: una brutta storta, una scivolata sull’erba ripida, una caduta di pietre sul sentiero causano sicuramente l’arresto del gruppo in escursione. Le conseguenze di tali incidenti possono essere molto gravi.
- Smarrimento del sentiero: sembra strano, con tutti i cartelli segnavia che ci sono sulle nostre montagne, ma può capitare. Una svista, la decisione di uscire dal sentiero per abbreviare il percorso, una indicazione male interpretata, sono i tipici casi di perdita di orientamento.
Ecco, in poche righe abbiamo elencato quattro delle molte cause di reale emergenza durante una escursione.
La prevenzione
Come prevenire? Pianificando il più possibile la nostra escursione ed addestrandoci nell’affrontare le emergenze.
Nella scelta di un’escursione dovremmo studiare le carte topografiche, imparare a leggerne i simboli, valutare i dislivelli e le distanze. Una volta determinati questi fattori, potremo stilare una tabella di marcia che ci consentirà di determinare la lunghezza, le difficoltà e i tempi del nostro giro in montagna. Avremo fatto un grande passo avanti nella conoscenza preventiva del percorso e delle eventuali vie di fuga sulle quali contare in caso di ritardi imprevisti.
La scelta dei compagni di marcia è altrettanto importante, o meglio la scelta del percorso in funzione delle capacità dei nostri compagni. Soprattutto in riguardo a quelli che potremmo definire “i più deboli e inesperti”. Infatti, sarà su di loro che dovremo tarare il ritmo di marcia, le soste e le difficoltà. Tenendo presente questo principio potremo pianificare un percorso adatto ed evitare imprevisti legati a stanchezza, quali malori o crisi di ansia.
Come comportarsi in caso di emergenza in una escursione
Se dovesse verificarsi un infortunio, dovremmo essere in grado di valutarne la gravità e decidere se intervenire secondo le nostre conoscenze e la nostra dotazione di primo soccorso. Potremmo essere costretti a inviare una chiamata di soccorso al 112/118. Ciò prevede avere strumenti di comunicazione adeguati, ovvero cellulare con batteria carica, sistemi avanzati come SPOT o InReach, telefono satellitare.
Dovremo cercare di prevenire il più possibile la perdita di orientamento, leggendo le carte topografiche, addestrandoci all’uso degli strumenti di orientamento, imparando a guardarci intorno, a identificare i punti di riferimento importanti (cime, torrenti, campanili, case, strade).
Un ottimo ausilio alle nostre necessità di sapere sempre dove siamo è il GPS. Tramite la cartografia memorizzata al suo interno è in grado di fornirci la visione del territorio intorno a noi. Indica i sentieri e la nostra posizione. Insomma è impossibile perdersi, ma se finiscono le batterie sono guai.
Il GPS sarà molto utile nel caso dovessimo inviare una chiamata di soccorso, perché potremo comunicare la nostra posizione alla centrale indicandone la latitudine e longitudine, così da facilitare il più possibile l’arrivo dei soccorsi.
Una chiamata di soccorso andrà inviata solo e soltanto se si tratta di vera emergenza. Bisogna essere coscienti che una volta inviata la richiesta si avvia un meccanismo complesso di uomini e mezzi, spesso imponente e costoso, che si attiva in qualsiasi ora del giorno e della notte per soccorrere e aiutare il malcapitato. Il loro impegno è enorme e spesso mettono a repentaglio la propria vita per portare soccorso. Non abusiamo di questo servizio.
Conclusioni
Concludendo queste riflessioni sulle emergenze in escursione e sul come affrontarle, possiamo facilmente capire che la soluzione migliore è prevenire gli accadimenti fortuiti, pianificando con cura le nostre giornate all’aperto e aumentare le nostre conoscenze di primo soccorso, di topografia e orientamento, al fine di essere il più possibile pronti nel caso in cui tali fatti avvengano.
Un ultimo consiglio potrebbe essere quello di affidarsi a Guide Alpine, Guide Escursionistiche Ambientali, Accompagnatori di Media Montagna, che per deontologia professionale hanno il dovere di prevenire il più possibile tali evenienze e sono addestrati, nei loro specifici ambiti, per affrontarle.
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