L'altopiano del Vercors|Prealpi del Vercors|Il Parco Naturale Regionale del Vercors

Cerchi una proposta allettante per un trekking invernale? Sei un appassionato di montagna e anche quando scende la neve non riesci a fare a meno di un’avventura a piedi? Se sì, allora questo articolo sulle Prealpi del Vercors fa per te.

Le racchette da neve consentono agli appassionati di trekking di continuare a frequentare l’alta montagna anche in inverno e i più esperti riescono a condurre escursioni di tutto rispetto.

Tutte le volte che vaghiamo per boschi, boschi, battendo faticosamente la traccia nella neve alta, ci sentiamo un po’ come i Trapper del Grande Nord canadese, subendo il fascino del freddo e dei silenzi che solo l’inverno in montagna regala.

Cominciamo allora a sognare lunghe traversate, bivacchi intorno al fuoco, notti in tenda e ululati di lupi in lontananza.

Nelle mie lunghe esplorazioni di luoghi e montagne, alla ricerca del “sogno”, ho avuto la fortuna e la ventura di percorrere, prima in estate poi in inverno, l’Altopiano del Vercors, noto anche come Parco Naturale Regionale del Vercors, in Francia, esattamente sopra Grenoble.

La “Grande Traversée du Vercors”

Vista da lontano, questa zona ricorda un po’ la capigliatura di Lucchetta, il pallavolista. Da una parte alte pareti a picco, dall’altra dolci pendii, con lunghi saliscendi, il tutto tra i 1000 e i 2300 metri di quota. Una riserva naturale di grande valore, dove il gipeto vola alto nel cielo e il lupo trova il suo habitat indisturbato.

La Grande Traversée du Vercors è uno stupendo itinerario di trekking di quattro giorni che permette di percorrerne in autonomia (non ci sono rifugi custoditi) tutta l’estensione, da Nord a Sud.

Con queste premesse e la voglia di avventura che spinge a cercare sempre nuovi itinerari dove vivere il “sogno” è naturale pensare alla Traversata Invernale del Vercors.

Prealpi del Vercors

Come organizzarsi per la traversata del Vercors

Si tratta di una vera e propria traversata di quattro giorni, da organizzare e condurre in autonomia, portando con noi cibo, tende e materiale da campo. In effetti si potrebbe dormire nei bivacchi presenti lungo il percorso, le cosiddette “jasse”, ma la loro condizione e il probabile affollamento sconsiglia questa ipotesi.

Dovremo pensare al percorso, non segnalato, da individuare sulla falsariga della traccia estiva, ma con deviazioni da studiare bene. Non ci sono particolari pericoli oggettivi, i pendii sono dolci e boscosi, ma dovremo fare sempre attenzione alle condizioni della neve.

Spesso la traccia è battuta, ma se ci dovessimo trovare lì in occasione di una forte nevicata, dovremo mettere in conto di batter traccia per quattro giorni e soprattutto di trovare la direzione giusta.

Cosa mangiare?

Per quattro giorni dovremo pensare alle scorte di cibo e all’acqua da bere. Per la seconda è presto detto, si scioglie la neve e si aggiungono piccole quantità di sali minerali (potassio e magnesio), così da renderla più gradevole al palato e efficace nel recupero del dispendio salino. Le scorte di cibo dovranno tenere conto di una “riserva strategica” di due giorni, in caso di ritardi provocati da inconvenienti che possono verificarsi.

Porteremo cibi liofilizzati o precotti, carne secca, speck,  formaggio-speck, formaggio grana o tome dure. Ottime le gallette di pane norvegese, i wasa svedesi, il pane duro di segale. Limiteremo il peso lasciando a casa frutta e verdure fresche che per qualche giorno se ne può fare a meno. Una buona scorta di snack energetici, cioccolato, frutta secca e disidratata fornirà il giusto apporto di carboidrati e di gusto. Sì, perché è importante, durante lunghi trek, in qualsiasi stagione, sostenere il più possibile l’impegno fisico e mentale con cibi gradevoli.

Per gli amanti del vino, una o due confezioni di vino in cartone, aiuteranno il pasto serale e la convivialità del gruppo.

Un buon fornello da campo, a gas o benzina, sarà il nostro compagno indispensabile. Da lui infatti dipenderà la nostra fornitura di acqua e di cibi caldi. Non lesineremo quindi sulla qualità del modello e sulla quantità di combustibile da portare con noi.

Il Parco Naturale Regionale del Vercors

Dove dormire?

Dormiremo in tenda. Una robusta tenda “quattro stagioni”, in grado di sopportare venti forti e l’eventuale peso della neve, farà al caso nostro. Meglio se non troppo piccola, proprio perché potremmo correre il rischio di rimanere bloccati in tenda per molte ore, se il tempo dovesse mettersi  al peggio.

Un materassino di espanso come pavimento, sul quale stenderemo il nostro materassino da trekking (gonfiabile e/o autogonfianteauto gonfiante), sarà il nostro comodo letto da spedizione.

Il sacco a pelo, a mummia ovviamente, dovrà essere in grado di darci un buon comfort a meno 10 gradi centigradi. Se il caso, aggiungeremo all’interno un altro sacco più leggero.

A questo materiale dovremo aggiungere l’abituale abbigliamento da trekking invernale, ponendo particolare attenzione ai ricambi di calze, biancheria intima e guanti. Le scarpe dovranno essere robuste e bene isolate.

Tutto questo equipaggiamento, indispensabile, andrà caricato su apposite slitte a traino umano, le pulke, noleggiabili in zona, che diventeranno presto nostre compagne di viaggio “indimenticabili”.

Una buona mappa IGN, bussola e GPS oltre che ottime conoscenze delle tecniche di orientamento ci consentiranno di studiare e seguire la rotta.  Insomma una vera mini spedizione è pronta a partire, rotta Sud, da Villard de Lans. Chi viene?

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