Questa equivalenza – Primavera e trekking – si ripete ogni anno, puntuale, con l’arrivo della bella stagione e noi amanti della vita all’aria aperta siamo pronti a “cogliere l’attimo”.
Le giornate più lunghe e la luce più intensa che ci regala la primavera attivano la voglia di muoversi anche nei più pigri, figuriamoci cosa può succedere all’appassionato trekker che non vede l’ora di rimettere zaino in spalla e scarponi ai piedi e partire per nuove avventure.
La passione per le escursioni è contagiosa e provoca vere e proprie “crisi di invidia” negli amici che ci vedono tornare a casa a sera, dopo una giornata tra le montagne, stanchi ma soddisfatti, leggermente bruciacchiati dal sole e con tante cose da raccontare.
La domanda arriva quindi immediata: “ma dici che ce la posso fare anche io?” Certo che sì! E la Primavera è il momento migliore per iniziare.
Tornando a noi, quando la neve in alta montagna ci obbliga ad escursioni semplici, con dislivelli non impegnativi, adatti sia a far ripartire le gambe dopo il lungo inverno che ad avvicinare nuovi amici alla montagna. È bello, allora, ritrovare la forma tra le colline e i boschi che stanno rimettendo il loro fogliame, andare per sentieri riscoprendo quei paesini di bassa valle che d’estate superiamo distrattamente per raggiungere le quote più alte.
Come cominciare? Dai piedi
Vediamo allora come trovare il sistema giusto per convincere gli amici neofiti a seguirci nelle nostre avventure e allo stesso tempo far “ripartire” la nostra stagione.
Dovremo prima di tutto pensare alla corretta attrezzatura e il primo passo è proprio la scarpa, strumento fondamentale di ogni escursionista. La scelta e l’utilizzo di una calzatura da Trekking adeguata è fondamentale per la buona riuscita di una escursione.
Una buona scarpa si vede subito dalla suola che deve essere adeguatamente tassellata per poter fare presa sul terreno sconnesso dei sentieri, ammortizzarne le asperità e non scivolare sull’umido. La sua struttura potrà essere in pelle o in materiale sintetico, secondo le nostre preferenze, ma è chiaro che dovrà essere robusta, abbastanza impermeabile e allo stesso tempo traspirante, così da proteggere i nostri piedi e allo stesso tempo non “cuocerli al cartoccio”.
Alte? Basse? La scelta è individuale. Alcune scarpe basse da trekking hanno raggiunto un tale livello di stabilità e tenuta che possono essere tranquillamente utilizzate anche durante i lunghi percorsi. Certo è che se abbiamo in programma di camminare sulla neve oppure di portare zaini pesanti, magari per più giorni, le scarpe alte possono essere la scelta migliore. I nostri piedi e le nostre caviglie ci ringrazieranno.
A questo dobbiamo associare un ottimo paio di calze. La scelta spazia tra lana e tessuti sintetici traspiranti, badando alla loro costruzione e agli spessori. Bene aderenti e con spessori variabili per aiutare le scarpe ad ammortizzare i nostri passi e non creare pieghe del tessuto, che sono la prima causa di vesciche.
Ecco fatto! Abbiamo risposto alla prima domanda del nostro amico che vorrebbe aggregarsi e nel frattempo abbiamo controllato lo stato della nostra attrezzatura basilare.
Un’ultima cosa importantissima: le suole delle nostre scarpe devono essere giovani di età. Si è scoperto infatti, che la struttura ammortizzante di molte suole invecchia e ad un certo punto si disgrega, provocando il distacco dell’intera suola dallo scarpone.
Questo incidente avviene più spesso di quanto si creda. Quando si stacca la suola dallo scarpone, generalmente nel bel mezzo di un’escursione, la disperazione è garantita ed è soltanto l’inizio, perché dopo qualche minuto si staccherà anche l’altra. Sicuro. Quindi, un occhio attento alle calzature sarà garanzia di una giornata in montagna senza spiacevoli imprevisti.
Come vestirsi?
Vestirsi adeguatamente è importante. La ripartenza primaverile è una buona occasione per eliminare le vecchie t-shirt di cotone dello scorso anno e sostituirle finalmente con una o due magliette tecniche, in tessuto in grado assorbire l’umidità corporea e trasferirlo verso l’esterno.
Una o due, non di più, perché se funziona veramente, non sarà il caso di cambiarla in cima alla montagna e la sua robustezza è a prova di lavaggi impossibili.
Ancora un elemento fondamentale: una buona giacca a vento, il cosiddetto guscio, in inglese “shell”. Il guscio avrà il compito ripararci da vento e pioggia e possibilmente di traspirare un poco così da trasferire all’esterno l’umidità corporea che si sviluppa durante lo sforzo.
Un cappuccio è gradito e molto apprezzato in caso di pioggia e vento forte.
E lo zaino? Esso si occuperà di stivare il nostro bagaglio della giornata, compresi i vari strati di indumenti che ci toglieremo e magari a contenere quel pezzo di toma che acquisteremo lungo il sentiero!
Dovrà avere quindi un po’ di spazio di riserva. Uno zaino da 30 litri di capienza è ideale per quasi tutte le in giornata che faremo durante l’anno.
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Suggerimenti per la prossima escursione
A questo punto non ci resta che partire. Programmare un’escursione di primavera è complicato, o meglio dovremo fare i conti con la variabile neve che potrebbe condizionare la scelta dell’itinerario.
Annate come questa ci obbligano a confrontarci con un innevamento costante sopra i 1300 metri di quota.
È l’occasione giusta per andare alla scoperta delle vecchie mulattiere che uniscono le piccole frazioni di fondovalle. Su questi sentieri si svolgevano la vita e i traffici commerciali delle nostre montagne.
Impareremo a riconoscere i punti di sosta, appositamente creati per appoggiare le pesanti gerle portate in spalla, a scorgere i segni scolpiti nella roccia che indicano vecchie proprietà terriere, a percepire l’aura delle cappelle votive realizzate per una disgrazia evitata.
La quota relativamente bassa e i sentieri ben definiti e larghi ci consentiranno di coinvolgere gli amici dubbiosi, di incuriosirli con aneddoti e la vista di angoli insoliti. Senza contare che potremmo incontrare una buona locanda dove finire in bellezza la nostra giornata.
Al contrario dell’autunno che ci obbliga a rientrare presto per via delle giornate corte, ora abbiamo tempo per vagare nei boschi, avventurarci lungo nuovi percorsi.
Badiamo sempre e comunque alla sicurezza, portandoci nello zaino una torcia frontale, un piccolo set di pronto soccorso, carta topografica, bussola e naturalmente il telefono cellulare (con le batterie cariche).
Se non ci sentiamo ancora pronti per organizzare da soli il nostro esordio stagionale, potremmo affidarci ai professionisti dell’escursionismo (Guide Escursionistiche Ambientali e Accompagnatori di Media Montagna) che avranno sicuramente nei loro programmi escursioni adatte alle nostre esigenze.
Insomma, non ci sono scuse. È ora di uscire all’aperto, di mettere alla prova il nostro allenamento invernale in palestra, di conoscere luoghi e di trovare nuovi amici.È l’ora di respirare aria nuova, la montagna è lì per noi!
Immagine in copertina: Pietro Borra