Il Tour del Monte Bianco è forse il più internazionale e conosciuto dei trekking alpini.
Unisce in 180 chilometri di cammino le valli italiane, svizzere e francesi che contornano sua maestà il Monte Bianco, che dall’alto dei suoi 4810 metri ne domina il percorso e diventa il punto di riferimento giornaliero delle migliaia di escursionisti che ogni estate decidono di seguirlo.
Ma a cosa si deve la sua fama?
La varietà dei paesaggi, la vicinanza con alcune delle più belle località alpine e le più varie provenienze dei camminatori ne fanno un vero e proprio “cult” per gli appassionati. Pensate soltanto alla vista del Bianco dal balcone del Brevent, sopra Chamonix: uno degli spettacoli imperdibili di questa avventura!
1. Come affrontare il giro del Monte Bianco?
Il trekking completo prevede tra otto e dieci giorni di cammino, con dislivelli giornalieri sempre vicini ai 1000 metri ed è percorribile generalmente dalla fine di giugno a metà ottobre. Dovremo infatti aspettare che i passi più alti si liberino dalla neve per iniziare il nostro cammino e fermarci con i primi freddi autunnali.
Nella preparazione al Tour prevederemo una serie di uscite escursionistiche a lunghezza e dislivello crescenti che ci consentano di arrivare al momento della fatidica partenza, con una buona forma fisica, pronti ad affrontare i forti dislivelli delle lunghe giornate di cammino e lo zaino pesante.
2. Come e dove dormire
Dal punto di vista logistico il percorso è assistito dalla presenza di una rete di rifugi bene organizzati, dove è possibile fermarsi per la notte e trovare buon cibo per recuperare le fatiche. Data la forte frequentazione, sarà necessario effettuare le prenotazioni dei posti letto con buon anticipo, soprattutto se il nostro gruppo è numeroso.
È importante calibrare bene le tappe sulla base delle nostre capacità escursionistiche, così da poter rispettare le prenotazioni in rifugio, arrivando sempre a fine tappa nel tardo pomeriggio. Avremo allora il tempo per una buona doccia e un po’ di relax prima della cena in comune.
Arrivando nei fondovalle potremo invece usufruire di B&B, gite d’etape e piccoli alberghetti e locande, particolarmente belli e accoglienti ai quali chiederemo il trattamento di mezza pensione, la soluzione migliore per i viandanti con lo zaino.
In alternativa, per i più allenati o per chi non vuole esporsi troppo economicamente, ci sono le tende da campeggio, che potrà esser piantata nelle apposite aree campeggio presenti lungo il percorso o nelle praterie d’alta quota, tenendo sempre presente che il bivacco è ammesso solo dal tramonto all’alba.
3. Il percorso del Tour del Monte Bianco
Solitamente il Tour è percorso in senso anti orario, e noi italiani usiamo partire da Courmayeur, ridente cittadina ai piedi del Monte Bianco, dalla quale ci si allontana presto, seguendo i sentieri prima affollati poi sempre più solitari della Val Ferret.
Sarà per giorni un continuo susseguirsi di colli, praterie d’alta quota, pietraie e ghiacciai a portata di mano. Lentamente entreremo in Svizzera e, altrettanto lentamente, ne usciremo per arrivare dopo giorni solitari nella affollata ma spettacolare Valle di Chamonix. La vera e autentica “piccola capitale” del Monte Bianco.
Chamonix, con i suoi turisti da ogni parte del mondo, i suoi negozi di montagna e i bar affollati, è una tappa obbligata per i trekker che seguono il TMB, una parentesi mondana da gustare in un pomeriggio e subito ripartire verso gli alti rifugi isolati.
Solo a Chamonix potremo trovare, seduti allo stesso bar, alpinisti bruciacchiati dal sole, escursionisti poliglotti e anziane signore inglesi affascinate dal pittoresco e colorato mondo alpino.
Presto la confusione è dimenticata e ci si addentra nelle selvagge valli francesi che attorniano a occidente il gruppo del Bianco. Altri giorni di cammino ci aspettano, ma le gambe ormai sono abituate allo sforzo ed è bello rincontrare sui sentieri o in rifugio la sera, i viandanti già visti all’inizio del giro. Ci si raccontano le esperienze, si parla di attrezzature, dei rifugi e alla fine un buon bicchiere di vino unisce e rallegra.
Il tour entra nella fase finale, almeno per noi italiani, quando ci affacciamo al Col de la Seigne a 2500 metri d’altezza, da dove intuiamo il lungo e dolce rientro verso l’Italia e la confusione di Courmayeur. Ma proprio da lì inizia quella che è, a parere di molti, la parte più spettacolare del Monte Bianco. Siamo infatti al cospetto della parete Sud, quella più selvaggia e meno frequentata, da dove scendono lunghi e selvaggi ghiacciai. Alte pareti granitiche sovrastano la valle e stimolano la voglia di scoprirne i lati più nascosti.
Presto arrivano in lontananza gli impianti di Courmayeur e la confusione estiva della Val Veny che ci ricordano infine il triste ritorno a casa, dopo giorni e giorni di cammino con la testa ad ammirare il Monte bianco.
Avremo, a quel punto, 180 chilometri sulle spalle e nelle gambe, ma ricorderemo per sempre la fantastica avventura del Tour del Monte Bianco.
Chi di voi l’ha percorso? Raccontateci la vostra esperienza!
[products limit=”4″ columns=”4″ orderby=”rand” on_sale=”true” order=”DESC” category=”scarpe-trekking”]